Ultima modifica: 26 Ottobre 2011

Halloween

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Halloween o, piu arcaico, Hallowe’en indica la vigilia della festa di Ognissanti, cioè il 31 ottobre. Il nome deriva dalla contrazione del nome medievale “All Hallows’ Eve”, dove Hallow è l’antico termine per Santo e Eve significa vigilia. La contrazione può derivare anche da “All Hallows’ Even” in cui Even significa sera, visto che nella tradizione cristiana il giorno di festa comincia con il vespero (tramonto) della vigilia. Il nome divenne in seguito Hallows’Even e poi Hallow-e’en e quindi Halloween.

Chi di voi non ha mai sentito parlare della notte di Halloween? Si tratta di una celebrazione molto radicata nella cultura americana ed in quella anglo-sassone in generale, ma da diversi anni a questa parte pure l’Italia ha accolto – a modo suo – questa preziosa occasione per dar libero sfogo alle più macabre e divertenti fantasie. Per certi versi, potremmo assimilare Halloween al nostro Carnevale, seppure orientato decisamente verso l’aspetto più oscuro, soprannaturale, della realtà. Ed è proprio per questo che i giovani e giovanissimi adorano tale festività, la quale offre tra l’altro un’ottima occasione per sfogare e trasformare in gioco tutte le paure più o meno coscienti che ribollono nelle profondità della mente.
Il termine Halloween deriva dal fatto che il 31 di ottobre è la vigilia di Ognissanti, ovvero il giorno in cui la tradizione cristiana celebra tutti i santi, in blocco, nessuno escluso. Questa data, il 1° novembre, è denominata in inglese All Hallows’ Day. A questo punto occorre tenere presente che presso i popoli antichi (e pure per gli ebrei di oggi) il giorno non incomincia allo scoccare della mezzanotte, bensì qualche ora prima, al tramonto.

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Ecco perchè, per esempio, si attribuisce tanta importanza alla vigilia di Natale: il 24 dicembre, infatti, non è solo il giorno prima, ma costituisce senza soluzione di continuità la prima parte del Natale stesso.

Ora, per analogia, la vigilia di Ognissanti è denominata All Hallow’ Eve (dove "eve" sta per "vigilia"), ma anche All Hallows’ Even (che costituisce il concetto di "vigilia" con quello di "sera"); è facile immaginare come quest’ultima definizione si sia contratta in Hallows’ Even, e da lì ad Halloween il passo è stato breve. 

Le origini di questa festa risalgono all’epoca in cui le isole britanniche erano dominate dalla cultura celtica, prima che l’Europa cadesse sotto il dominio di Roma. L’anno nuovo, allora, cominciava con il 1° novembre, quando i lavori nei campi erano completamente conclusi, il raccolto era al sicuro, ed i contadini potevano finalmente rilassarsi e godersi i doni che gli dei avevano loro concesso. In tale data, quindi, tutte le divinità pagane venivano ricordate ed evocate a titolo di ringraziamento ed auspicio per l’anno entrante; le porte delle dimensioni ultraterrene erano considerate aperte, per quella notte, e tutti gli spiriti erano liberi di vagare sulla terra e di divertirsi insieme agli uomini.

L’aspetto di festa gioiosa, comunque, non dispiacque alla Chiesa, che in un certo qual modo si impadronì della ricorrenza per celebrare tutti i santi del cristianesimo: ecco allora nascere il nostro giorno di Ognissanti (che non a caso, ricordiamo, precede immediatamente il Giorno dei Morti, tanto per ribadire l’inscendibile legame che collega la dimensione terrena con quella ultraterrena, sia essa la sfera celeste o molto più genericamente l’aldilà).

Da allora, l’antica Halloween è divenuta sinonimo di notte stregata, popolata da tutti gli spiriti maligni che la fantasia potesse immaginare.

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 Halloween oggi è una festività dedicata sopratutto ai bambini: una notte di strani incontri, in cui streghe, scheletri, zingari, diavoli e indovini si aggirano muniti di lanterne, ceste e campanelli. I bambini anglosassoni mettono in scena il ritorno dei morti abbigliandosi in modo bizzarro e spaventoso. Così, travestiti, suonano i campanelli di tutte le case illuminate cantando una canzone generalmente lugubre. E’ obbligatorio per gli adulti mostrare un grande spavento alla loro vista, e correre speditamente a prendere mele, noccioline, frutta candita, biscotti e soldini da mettere nelle loro ceste. In America i giochi tradizionali e le decorazioni della festa di Halloween sono conosciutissimi da tutti.

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La strega sulla scopa, la zucca verdeggiante, il gatto nero e lo scheletro sono i suoi simboli. La festa di Halloween è dunque un vero e proprio raduno di spiriti. Esiste un ulteriore aspetto di questa celebrazione che deriva dal suo carattere antico di "festa stagionale". Essa viene fatta risalire alla osservazione dei cicli della natura di un popolo dedito alla pastorizia che celebra il tempo di mettere al riparo le mandrie, quando alla fine di ottobre, comincia a sopraggiungere l’inverno. In questo periodo infatti la mietitura è ormai compiuta: arancio e il nero sono dunque i colori di questo giorno (l’ultimo di ottobre) e rappresentano rispettivamente la mietitura e la morte. Molti dei prodotti della natura sono per questo motivo componenti essenziali della festa di Halloween. I costumi in se stessi hanno un’importante funzione, che è quella di esorcizzare le paure più arcaiche.

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I bambini, in questo giorno, hanno infatti la possibilità di travestirsi "terrorizzando" gli adulti, che, a loro volta, sono costretti a essere tolleranti con i bambini, i loro giochi e i loro scherzi, spesso tremendi. Durante la notte di Halloween non viene punito neppure quello che è considerato lo "scherzo" più fastidioso, cioè rompere con un sasso i vetri delle finestre delle case e apparire attraverso l’apertura. Il più delle volte, però, i bambini insaponano soltanto i vetri, ed è anche usanza tollerarli mentre annoiano o interrompono continuamente i discorsi degli adulti. La festa di Halloween, alla quale non si è ammessi senza essere stati invitati e nella quale ci si traveste con sembianze di spiriti maligni, è anche una versione non riconosciuta del sabba delle streghe. Le decorazione nei carri ne sono testimonianza, come pure gli abiti, mentre l’uso di offrire dolci, noccioline e mele è abbastanza recente e di derivazione inglese.
 
Durante questa notte gli esseri spaventosi, che popolano i sogni, i fantasmi, l’uomo nero, gli animali feroci, vengono messi allo scoperto e i bambini ne assumono le sembianze scacciando via in questo modo le paure e le ansie. Assumendo connotati terrificanti, infatti, si calano in una situazione nella quale possono inconsapevolmente prendere in considerazione la morte di se stessi. E per i genitori questo rappresenta l’equivalente per un rito sacrificale. Così il "dramma" viene messo in scena, portato alla luce in una bizzarra notte di espiazione.

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Da un punto di vista psicologico questo significa la possibilità di depotenziare certe paure, ma nello stesso tempo, questo comportamento implica anche confrontarsi con i problemi che prima o poi entreranno a far parte della cultura delle persone adulte. In ultima analisi, tutti i giochi dei bambini anticipano quello che succederà da grandi. Il connotato specifico della festa di Halloween va dunque al cuore del problema, che in linea generale, tende ad essere dimenticato dalla maggior parte della gente. L’abbigliamento dei bambini in questa circostanza ha la funzione inoltre di attenuare la loro paura degli adulti. Mediante l’adorazione dei travestimenti di Halloween essi sono infatti liberi di indulgere ai propri desideri ed a fantasie aggressive. In tutti i costumi e negli usi legati a questa possiamo cioè ritrovare la costante ripetizione del tema dell’aggressione contro l’adulto e il turbamento del suo mondo privato.

 
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E’ nella forma del travestimento, per il quale i grandi devono mostrarsi enormemente spaventati, che i bambini abbandonano temporaneamente la loro identità acquistando la libertà dalla sorveglianza e dai rimproveri degli adulti. In Halloween, i genitori hanno l’obbligo di essere permissivi con i bambini, e il meccanismo psicologico dunque si ripete, con l’aggiunta degli altri significati che sopra si è evidenziato.

 

 Nel nostro Paese, la ricorrenza di Halloween è di importazione alquanto recente, anche se è senz’altro vero che anno dopo anno l’appuntamento con la notte magica si va facendo sempre più sentito. E’ aumentato sensibilmente il numero delle discoteche e dei circoli privati che per il 31 ottobre organizzano feste, balli, ritrovi e gare ispirati alle atmosfere macabre d’oltreoceano, riallacciandosi idealmente al carnevale e premiando i costumi più fantasiosi. Il fenomeno è al momento circoscrivibile alle città, ma vista la tendenza non è da escludere che in futuro l’Halloween made in Italy (ovviamente privo di qualsiasi retroterra simbolico-culturale, ma limitato a cogliere il divertimento dell’esteriorità) possa trasformarsi in vera festa popolare. In Italia si è particolarmente colto l’aspetto legato alla maschera, al trucco, al travestimento.

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 Ed accanto i costumi più tradizionali, come ad esempio quello da diavolo, da strega, da zombie o da vampiro è facile incontrare più moderni miti neri imposti dal mercato cinematografico: non mancano quindi i Freddy Krueger i Jason o i Michael Myers, mutuati rispettivamente dai sanguinari ma divertenti cicli di Nightmare, Venerdì 13 e Halloween.

Certo, mancando una tradizione, non è facile reperire in ottobre maschere ed accessori orrorifici per attrezzarsi a scorazzare nella notte con gli amici. Ma l’importante, come sempre, è divertirsi, e permettere alla fantasia di evocare streghe e fantasmi tra noi e far svanire il grigiore della vita. Una volta all’anno, almeno!

I Celti della Gran Bretagna e della Francia del nord celebravano un rito autunnale chiamato Samhain. Questa ricorrenza, che segnava la fine dell’estate, era speciale per i Celti, poiché indicava per loro l’inizio di un tempo di transizione. Si preparavano all’inverno. La stagione della raccolta era finita, gli armenti venivano portati nei campi e alcune bestie venivano macellate. Le famiglie si riunivano per una stagione di lunghe notti di lavori in casa e di racconti. Questo periodo era considerato magico. Era il momento dell’anno in cui pensavano che il velo tra i mondi dei vivi e gli spiriti diventasse ancora più sottile. I vivi potevano comunicare con i morti, ed i morti ritornavano sulla terra. In molte culture l’autunno delimita un periodo di riflessione su coloro che non sono più fra noi. I Celti credevano che esseri magici fossero ben visibili in questo periodo e spesso si pensava che tali creature fossero ostili agli uomini, poiché questi avevano occupato le loro terre. Durante questa notte vagavano nel mondo per attirare gli umani e farli perdere in mondi incantati, dove sarebbero rimasti intrappolati per sempre.

La ricorrenza del Samhain era per i Celti una specie di vigila per l’anno nuovo, celebrato il primo di novembre. Era anche un giorno sacro ai morti, in cui si credeva che le anime di coloro che erano morti durante l’anno avessero il permesso di tornare sulla terra. Aveva uno stretto collegamento con la stagione autunnale: a Samhain le messi dovevano essere raccolte e gli animali condotti in pascoli lontani.

Molte credenze e costumi tipici del Samhain, soprattutto considerare quella notte come il periodo in cui tornavano i morti sulla terra, la pratica di lasciare offerte di cibo e bevande a persone mascherate e l’accensione di falò, continuarono a sopravvivere nei secoli successivi, durante il 31 ottobre, noto ormai come la vigilia di Ognissanti (Eve of All Saints), la vigilia dei consacrati (Eve of All  Hallows), o HallowEven.
 
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Come accadde con gli elementi ‘pagani’ del cristianesimo, anche alcune feste celtiche passarono nella cultura cristiana, dopo che i romani sottomisero i Celti, e quando, più tardi, la Roma cattolica cercò di convertire i Celti pagani. Divenne però chiaro alla Chiesa che i Celti, nonostante la loro apparente sottomissione alla cultura cristiana, continuavano ad aderire testardamente ad alcuni elementi del loro vecchio credo. Così, all’incirca nel settimo secolo a.C., la Chiesa spostò il giorno di Ognissanti,  una festa che onorava il martirio dei primi cristiani, da maggio al primo novembre, in modo da unirla agli antichi rituali druidici del 31 ottobre. Non solo, la Chiesa assegnò anche dei nuovi significati cristiani a molti dei simboli residui associati al Samhain. Nel decimo secolo a.C., si consolidò così la tradizione di celebrare il giorno di Ognissanti durante i riti di inizio dell’autunno. In questa giornata si onoravano tutti i morti, non solo i primi santi cristiani, rinforzando così l’associazione con le celebrazioni celtiche di una stagione dell’anno infestata dagli spiriti.

Con il passare del tempo questi spiriti, che una volta venivano ritenuti selvaggi e potenti, assunsero un connotato nettamente diabolico e malvagio. La chiesa affermava infatti che gli dei e le dee e tutti gli altri esseri soprannaturali delle religioni antiche fossero di impronta diabolica, che le forze spirituali con cui le persone venivano in contatto erano vere, ma che costituivano delle manifestazioni del diavolo, principe della beffa, che conduceva l’uomo verso l’adorazione di falsi idoli. Così, durante le celebrazioni per Halloween, apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe.
 
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La moderna festa di Halloween discende da una celebrazione degli antichi Celti, il rito di Samhain o Samhuin, cioè la Fine dell’Estate. Secondo la doppia divisione che i Celti facevano dell’anno, l’estate andava da Beltane (primo maggio o calendimaggio, festa celebrativa del risveglio della natura, fondata su antichissimi culti agrari e riti magici per propiziare la fecondità dei campi, degli animali e degli uomini) a Samhain, e l’inverno da Samhain a Beltane.
Samhain viene pronunciato come sow-in (in Irlanda), sow-een (in Galles), sav-en (in Scozia), o sam-hane (negli U.S.A. dove il gaelico non è esattamente conosciuto). La celebrazione è anche nota come Halloween, Hallowmas, All Hallow’s Eve, All Saint’s Eve, la Festa dei Morti e la Terza Festività del Raccolto.

Per le streghe Samhain è una delle quattro Festività Fondamentali, o dei Sabba Maggiori. Poiché è la festa più importante dell’anno viene a volte chiamata IL Grande Sabba. I non cristiani credono che Samhain sia la notte più magica dell’anno. E’ posizionata esattamente all’opposto di Beltane sulla Ruota dell’Anno. E’ la notte in cui scintillano le jack-o-lantern, la notte dei trick-or-treat e dei travestimenti. Una notte in cui si raccontano ai bimbi storie spaventose di fantasmi davanti al fuoco. Il tempo giusto per le sedute spiritiche, la lettura dei tarocchi e altri rituali. Poiché è in questa notte che il velo posto tra il nostro mondo e l’Altro diventa più sottile, è davvero una Notte di Potere. Samhain significa la fine dell’autunno e, più importante, la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo. Era la vigilia dell’anno nuovo, per i Celti, quando l’anno nuovo cominciava con l’inizio della fase più buia dell’anno, proprio come il nuovo giorno ha inizio al tramonto.
 
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Samhain è noto come "La Festa dei Morti," perché si pensava che in questo periodo i morti potessero tornare nella terra dei vivi per celebrare con la propria famiglia, tribù o clan. In Irlanda si aprivano i grandi cairn funerari (voce ingl. di origine celtica, cumulo di pietre posto a protezione di una sepoltura in epoca preistorica) allineando torce accese lungo le mura, in modo che i morti potessero trovare la loro strada.
 
      Si aggiungevano ulteriori posti al desco e si preparava del cibo per chi era morto entro l’anno. E’ ancora costume mettere un posto in più durante la cena la sera di Samhain in onore dei defunti. A Samhain erano associate molte pratiche divinatorie. Fra le più comuni c’erano quelle che riguardavano l’unione di coppie, l’andamento del tempo e gli eventi dell’anno.

Cercare di prendere delle mele nell’acqua solo con la bocca, era una normale divinazione matrimoniale. La prima persona che mordeva una mela, sarebbe stata anche la prima a sposarsi nell’anno a venire.

In Scozia le persone ponevano delle pietre nel focolare prima di ritirarsi per la notte. Si credeva che chi avrebbe trovato le proprie pietre smosse durante la notte sarebbe morto durante l’anno.
 
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Forse l’icona più conosciuta di questa festa è quella di Jack-o-lantern Varie fonti ne attribuiscono la paternità all’Irlanda o alla Scozia. Comunque sembra assodato che durante Samhain, le persone che viaggiavano di notte usassero come lanterna questo viso mostruoso per spaventare gli spiriti o le entità che avrebbero potuto sviare il viandante. Sistemate alle finestre o sotto i portici fungono la stessa funzione di protezione sulla casa.

La tradizione di mascherarsi e di passare di casa in casa per il ‘trick-or-treat’ è di origine celtica. Vi sono interessanti differenze con la versione moderna del rito. Anticamente questo tradizione non era riservata solo ai bambini, ma era praticata anche dagli adulti.

Il ‘treat’ (ricompensa) richiesto era di solito bevande alcoliche. Inoltre, questi gruppi erranti di casa in casa cantavano canti stagionali, rendendo la tradizione molto simile al brindare a Natale col wassail (bevanda a base di birra con spezie e zucchero). Infatti l’abitudine del caroling (cantare inni), ora legata solo al Natale, era praticata una volta durante tutte le feste più importanti.
 
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Le streghe considerano questo giorno come una festa religiosa. Non solo è una giornata in cui si ricordano i propri cari deceduti, ma è anche una notte in cui si possono praticare le varie forme di arte divinatoria, come leggere il futuro negli specchi ed il lancio di simboli magici. Non si potrebbe avere una migliore lettura dei tarocchi se non in questa notte! Samhain è considerato il periodo in cui si concludono i vecchi progetti, si valuta criticamente quanto si e’ ottenuto nell’anno e si pensa ai nuovi progetti ed alle nuove imprese per l’anno nuovo. Spesso le streghe hanno due tipi di celebrazione in questo periodo. Uno per gli amici non appartenenti alla confraternita, che possono coinvolgere i bambini ed i loro amici. L’altra, praticata dopo, molto tardi (vicino a mezzanotte o dopo, ancora meglio) è il tradizionale circolo del Sabba.
 
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La Ruota gira inesorabilmente dall’Oscurità alla Luce e dalla Luce all’Oscurità. Le giornate si accorciano e i venti gentili si trasformano in gelide burrasche. Il sole è debole e pallido, mentre la notte è forte, imperante. Il Dio è morto e quindi, in questo periodo, la Dea piange la perdita del suo consorte. Gli esseri umani si sentono soli, persi nel grande cosmo oscurato da una fitta nebbia, dove il caos è fecondo. Il velo che separa il nostro mondo dall’Altro è sottile e rado in alcuni punti e consente l’ingresso nelle nostre vite delle cose che temiamo di più, rendendo le notti più lunghe e più stregate.

Mentre scorgiamo la nascita di un nuovo anno, cerchiamo rifugio dalla fredda notte crudele e dalle creature feroci che si nascondono nelle ombre gelide. E’ un tempo di introspezione, di solitudine; il periodo in cui si ricorda coloro che abbiamo perduto e si contempla la nuova direzione che prenderà l’anno a venire. Quando brucia il fuoco del Samhain, ci gettiamo dentro tutti i nostri fallimenti, le nostre paure e le nostre colpe, cancellandole dalla nostra vita, mentre il fuoco dirada le tenebre, relegando le ombre lontano, dove non possono più nuocerci.

Questo è il terzo raccolto, quello finale, il raccolto che viene dall’anima, quando raccogliamo quello che abbiamo seminato. Sperando che sia stato un buon anno e che abbiamo raccolto a sufficienza, in modo da passare indenni attraverso la lunga, fredda notte. Conserviamo le risate e l’amore per trarne calore, tenendo lontana la paura con la luce dell’amicizia e della famiglia. Se il raccolto è stato magro, siamo soli, in attesa dell’arrivo della luce, sperando che il raccolto seguente sarà più abbondante.

Il periodo di tempo tra Samhain e Yule (parola scozzese per il natale) è il tempo di Crone, Dagda  e Morrigu: potenti, oscuri e saggi… allo stesso tempo solenni ed affascinanti. Il ciclo resta fedele alle leggi della natura: tutto quello che vive dovrà morire. Anche se alcuni fili sembrano più lunghi di altri, alla fine noi tutti faremo parte dell’Eternità. E quando l’oscurità sembra all’apice della potenza, la dea si sveglia a nuova vita a Yule, con la rinascita del nuovo Sole, il Dio della luce e del calore. La luce diventa più forte col trascorrere dei giorni e presto ci riscalderà di nuovo con la Sua presenza. La Speranza nasce di nuovo, mentre la vita nasce dalla morte, al nuovo giro della Ruota. La Ruota torna verso la Luce, da Yule a Imbolc (2 febbraio, festa dell’allattamento, punto centrale della metà oscura dell’anno) a Beltane, attraverso il Solstizio d’Estate e di nuovo verso il tempo del raccolto.
Seguendo la Ruota possiamo vedere che dall’Oscurità nasce la Luce, in un’eterna spirale di nascita, morte e rinascita.
 
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  Un fabbro irlandese di nome Jack, un ubriacone taccagno, ebbe la sventura di incontrare il Diavolo in un pub, alcuni dicono nella notte di Halloween. Jack aveva bevuto troppo e stava per cadere nelle mani del Diavolo, quando riuscì ad imbrogliarlo offrendo la sua anima al Diavolo in cambio di un’ultima bevuta. Il Diavolo si trasformò in una moneta da sei pence per pagare l’oste e Jack riuscì velocemente a mettersi quella moneta nel borsellino. Poiché Jack teneva lì anche una croce d’argento, il Diavolo non poteva tornare alla sua forma originaria. Jack lasciò andare via il Diavolo solo a patto che questi gli promettesse di non reclamare la sua anima per i successivi 10 anni. Il Diavolo accettò.

Dieci anni dopo Jack lo incontrò di nuovo mentre camminava lungo una strada di campagna. Il Diavolo era tornato per la sua anima, ma Jack, riflettendo velocemente, gli disse: "Verrò, ma prima potresti prendermi una mela da quell’albero?". Il Diavolo, pensando di non aver nulla da temere, balzo sulle spalle di Jack per prendere la mela. Jack tirò fuori un coltello e intagliò una croce sul tronco dell’albero. Questo lasciò il Diavolo a mezz’aria, incapace di raggiungere Jack o la sua anima. Jack gli fece promettere di non tornare mai più per reclamare la sua anima e, non vedendo via d’uscita, il Diavolo acconsentì. Nessuno tramanda come il Diavolo riuscisse a tornare di nuovo a terra!
 
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Quando alla fine Jack morì, anni dopo, non fu ammesso in cielo, a causa della sua vita dissoluta, da ubriacone e truffatore. Così si recò all’entrata dell’inferno, ma il Diavolo lo rimandò indietro perché aveva promesso di non prendere mai l’anima di Jack. "Ma dove posso andare?", chiese Jack. "Torna da dove sei venuto!", gli rispose il Diavolo. Ma la strada del ritorno era buia e ventosa. Jack implorò il Diavolo di dargli almeno una luce per trovare la giusta via e il Diavolo, spazientito, gli gettò un carbone ardente che proveniva dalle fiamme dell’inferno. Per illuminare il cammino e per non farlo spegnere dal vento, Jack lo mise in una rapa che stava mangiando. Da allora Jack fu condannato a vagare nell’oscurità con la sua lanterna, fino al Giorno del Giudizio. Jack della lanterna (Jack o’Lantern) da allora fu il simbolo delle anime dannate.

 
 
      Quando il termine jack-o’-lantern apparve per la prima volta in uno scritto del 1750, si riferiva a una sentinella o ad un uomo che portava una lanterna. La gente credeva che la notte di Halloween gli spiriti ed i fantasmi abbandonassero le tombe per ricercare il calore delle loro vecchie dimore. Gli abitanti dei paesi, timorosi di essere visitati dai fantasmi di vecchi proprietari, si mettevano in costume per spaventare questi spiriti sulla strada del ritorno. Lasciavano anche del cibo ed altri doni (treat) vicino alla porta, in modo da placare gli spiriti e da non far distruggere loro né le case né i raccolti, ma invece di invitarli a proseguire il loro cammino. Iniziarono anche a intagliare e dipingere delle facce nelle rape in cui mettevano delle candele illuminate, sperando che il simulacro di un’anima dannata potesse far scappare i fantasmi.

La spaventosa carestia delle patate, in Irlanda (1845-50) obbligò più di 700.000 persone ad immigrare in America. Questi immigranti portarono con loro anche la tradizione di Halloween e di Jack o’Lantern, ma le rape non erano così diffuse come in Irlanda (anche se venivano utilizzate persino le patate e le barbabietole), così le sostituirono più che egregiamente con la zucca americana. Oggi la zucca intagliata che rappresenta la faccia sogghignante del furbo fabbro, Jack, è forse l’icona più famosa di Halloween.

Ma Jack, il re delle zucche, non è solo un simbolo di Halloween, è anche il protagonista di un bellissimo musical animato "The Nightmare Before Christmas" del regista Tim Burton, distribuito dalla Walt Disney. Qui in Italia la voce di Jack è stata "presa in prestito" da Renato Zero.
 
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Halloween

Halloween (corrispondente alla vigilia della festa cattolica di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all’inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween…

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